The way we were...

 


Ciao Sidney...

 



 

POETARE E' D'AMORE


Concorso di poesia sul tema dell’amore.

Termine ultimo per la presentazione dei manoscritti
7 ottobre 2008

Le liriche saranno vagliate da una giuria di esperti
La partecipazione al concorso è aperta a tutti.

Per il regolamento completo cliccate QUI

Info: “La Maison de Colette”
Via Cattedrale 34 Ruvo di Puglia cell. 3932623421
lamaison.decolette@libero.it

Giornata mondiale contro l'omofobia

Ricevo e diffondo volentieri:

Insulti, offese, prevaricazioni, aggressioni, violenze, omicidi. Sono il pane quotidiano di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e per quanti non sono riducibili agli stereotipi della maggioranza. Tutte vittime dell’omofobia. Per ricordarci di loro e per combattere l’odio e l’intolleranza è nata la Giornata mondiale contro l’omofobia, che si celebra il 17 maggio in tutto il mondo e anche in molte città italiane.

Per ricordare e ricordarci che si “deve temere l’omofobia e non gli omosessuali” dal 16 al 18 maggio 2008 racconteremo, ricorderemo e rifletteremo su www.gionata.org, per tre giorni, sull’omofobia attraverso testimonianze, vecchie e nuove, dando voce a chi combatte contro il pregiudizio e a chi lo vive sulla sua pelle, nella società e anche nelle nostre chiese. Perché gli omosessuali non sono una categoria sociale ma solo persone che vivono, gioiscono e soffrono come Te.
Scordati pure del resto, ma questo non dimenticarlo mai!

Per saperne di più clicca su:

Il 17 maggio è la giornata contro l’omofobia. Non dimenticarlo!

IDAHO International day against homophobia

Supplica a mia madre



Supplica a mia madre - Pier Paolo Pasolini


E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.

Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Meriggiare pallido e assorto



Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

(Eugenio Montale, Ossi di seppia, 1925)

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