Dal bacio in auto agli zoccoli. Sì, l’Italia è tutta un divieto


Altro che estate all’insegna della libertà: l’Italia si scopre il Paese
dei divieti. Dagli zoccoli di legno, alle effusioni amorose, dai
tagliaerba usati fuori orario ai bagni nelle fontane cittadine: la lista
delle proibizioni aumenta di anno in anno. Non senza qualche curiosità. A
Novara è vietato stare nei parchi di sera in gruppi di 3 o più persone.
Ordine del sindaco leghista.

Fate attenzione: «È assolutamente vietato danneggiare o rubare i cartelli
che recano messaggi di divieto», pena la multa fino a 428 euro. Facinorosi
e collezionisti sono avvertiti, se non vogliono rimpinguare le casse dei
più disparati comuni italiani. Perché quest’estate il Belpaese è tutto un
divieto: si è passati dalla finanza all’ordinanza creativa, e al
vacanziere tocca la gimkana. Il manifesto ne ha pubblicata una mappa
dettagliata, spassosa e inquietante.

Ah sposarsi a Cernobbio, sul lago di Como celebrato dal Manzoni e
ammodernato da George Clooney: a togliere un filo di romanticismo è giusto
l’ispezione igienico-sanitaria obbligatoria nella casa dei novelli
coniugi. Belli e così tipici gli zoccoli da mare che si possono ammirare,
nonché comprare a caro prezzo, nelle boutique di Capri: peccato che ad
indossarli si disturbi la quiete balneare e arrivano i vigili. Il prato
della villetta che avete affittato è invaso di gramigna? La siepe minaccia
di entrarvi in camera? Il rampicante ha occluso il camino? Se siete a
Forte dei Marmi rischiate 500 euro di multa a impugnare il tagliaerba
nelle ore pomeridiane consacrate alla pennichella o nei fine settimana (si
prevedono proteste dei giardinieri, il cui giro d’affari è in pericolo).
In via di estinzione i gruppi di amici a Novara dove il sindaco leghista
ha vietato lo «stazionamento serale di 3 o più persone» nei parchi e nei
giardini comunali. Il che sembrerebbe favorire le coppiette, laddove a
Eboli, parecchio più a Sud, due bacetti in auto possono costare cari.

Poi ci sono i divieti intuitivi ma non del tutto. Quasi ovunque non si può
fare il bagno nelle fontane. Un’italiana trasferita in Islanda ha scritto
a un quotidiano: il suo nordico compagno e i loro due figli facevano il
pediluvio in una fontana romana, quando un tutore dell’ordine li ha
allontanati in malo modo urlando e spaventando i pupi. «Visto che a
Reykjavik si può - si duole lei - Dovrebbero mettere un cartello».

Altro divieto ad ampio raggio è il tuffo in spiaggia. Ma se il trampolino
c’è, però non si può usare, che senso ha? O vale per quelli - molti senza
dubbio - che se lo portano da casa al posto delle paperelle di gomma e del
secchiello? A proposito: a Eraclea, nel Veneto dei sindaci-sceriffi, non
si possono scavare buche né costruire castelli di sabbia sul bagnasciuga:
non sia mai un passante ci caschi dentro o ci sbatta contro.

L’ultima tendenza è l’ordinanza anti-bivacco, elasticissima. A Verona, i
concittadini del padano sindaco Tosi si sono ritrovati le panchine divise
a metà da una sbarra che impedisce sì il pisolino ai barboni, ma anche la
permanenza comoda a chiunque superi 50 chili di peso. È la stessa città
dove vige il no smoking nei parchi: l’unica vittima per ora è stato un
immigrato costretto a sganciare 50 euro, ma la giurano che sia una
coincidenza. A Vicenza inflessibili vigili in bici hanno multato una
coppia di ragazzi perché leggevano libri in un parco pubblico. I due hanno
protestato: altri non sono stati sanzionati, non sarà perché gli autori da
loro prescelti erano Pasolini e Saviano? Le autorità comunali dibattono
pensose se presidiare la linea della fermezza o incentivare l’alfabetismo.

A Roma il neo-sindaco Alemanno ha i suoi grattacapi: appena ha
pubblicizzata l’ordinanza anti-cassonetto gli sono saltati tutti addosso,
dall’associazionismo cattolico ai consumatori ai vegani più à la page.
Morale, ha dovuto fare retromarcia: «Ce l’avevo con il racket, mica con i
poveracci». Né pare di facile applicazione il rimedio anti-writers: chi
sarà sorpreso a imbrattare muri pubblici dovrà cancellare, oltre al suo,
10 graffiti.

A Firenze, il nuovo regolamento-omnibus disciplina pressoché tutti i
comportamenti. Il problema è che i residenti ancora non lo hanno letto e
non lo sanno. Ne conseguono contravvenzioni a pioggia: 160 euro
all’incauto che ha steso i panni dalla finestra in modo visibile ai
turisti del centro fiorentino. Multate due mendicanti sdraiate sul
marciapiede: non perché chiedessero l’elemosina ma per intralcio alla
circolazione. Non è proibito - come a Venezia o Positano - mangiarsi un
panino in strada purché non lo si faccia «in modo indecente». Arbiter
elegantiae, ovviamente, il vigile: che ha sanzionato una famigliola
francese priva di buona creanza. In Laguna, dopo un duro braccio di ferro
con i venditori di becchime, è diventato fuorilegge nutrire i celebri
piccioni di San Marco. Si spera che i pennuti, pasciuti da decenni di
turismo bendisposto, non diventino antropofagi.

In ogni caso, comune che vai sindaco che trovi. Sarebbe vietato circolare
vicino alla riva con gommoni e moto d’acqua a motore acceso. Ma quando
Briatore & company hanno suscitato lo sdegno dei bagnanti approdando a
tutta birra sulla spiaggia sarda di Capriccioli, il primo cittadino di
Arzachena ha vestito i panni di Giobbe: «Reazioni esagerate, sa quanti ce
ne sono di maleducati? Certe presenze fanno bene per il turismo, bisogna
sopportare». Anche il divieto di occupare la battigia è variamente
applicato lungo la Penisola. Come la repressione dei «furbetti
dell’ombrellone»: colpevoli di lasciarlo piantato sulla spiaggia libera
anziché caricarselo in spalla ogni sera. Nessuno, ci si augura, ha davvero
pagato mille euro per aver lasciato l’asciugamano a occupargli il posto.
Poi: vietato il volantinaggio pubblicitario tra le sdraio, ma non i
mega-striscioni aerei che sfondano i timpani.

E se dappertutto è proibito portare cani in spiaggia - alla faccia degli
abbandoni - a Capalbio la questione è di stile. All’Ultima spiaggia un
cartello informa che «è vietato condurre animali». Subito sotto, a
pennarello, la rettifica: «Il dottor Vigna ritiene che il termine
“condurre” sia sbagliato. È dunque vietato introdurre animali».

Federica Fantozzi

unità.it

8 commenti:

  1. Non è neppure che si possa chiamare dittatura: tutto questo a me sembra FOLLIA.

    Grazie per lo scambio di link, mi fa davvero piacere perché il tuo blog è davvero molto interessante.

    Ciao, a presto!

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  2. E' vero, il caldo deve aver dato loro alla testa!

    Ti ringrazio, anche il tuo blog mi piace (altrimenti non lo avrei messo tra i miei links), comunque in realtà questo è il mio secondo blog (in ordine di importanza) il primo, quello a cui mi dedico di più, puoi trovarlo qui:
    il coraggio delle idee, facci un giro se ne hai voglia.

    A presto ;-)

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  3. Deve essere un blog famoso il tuo, perché mi sembra di conoscerlo già.

    Ora vado di nuovo "in visita" :)

    Grazie.

    Ciao Stefania e a presto!

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  4. Un po' più conosciuto di questo sicuramente, ma non proprio famoso :-)

    Ciao ;-)

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  5. Ciao cara Stefania, passo per un saluto.

    Buona giornata!

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  6. Io passo anche qui. Di rado ma passo eh!!
    .:.

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  7. Grazie Hermansji, sei uno dei pochi...ma buoni! :-)

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