Giornata mondiale contro l'AIDS



Dire ’Stop all’Aids’» e impegnarsi nella lotta contro la malattia che continua a uccidere più di 5.700 persone ogni giorno: è la parola d’ordine della Giornata mondiale contro l’Aids in programma oggi, mentre si registrano 6.800 nuovi casi al giorno. E a Roma, per rimarcare l’importanza dell’occasione, il Colosseo sarà illuminato su decisione del comune per sensibilizzare l’opinione pubblica.
A oltre 25 anni dalla scoperta dei primi casi, l’Aids continua a mietere vittime. Non bisogna abbassare la guardia, secondo l’agenzia Onu Unaids che ha rivisto i suoi dati al ribasso in seguito a nuovi metodi di calcolo. Nel mondo si contano circa 33,2 milioni di sieropositivi o malati di Aids, secondo l’ultimo bilancio pubblicato a novembre da UnAids, programma delle Nazioni unite contro l’Aids, mentre un anno prima erano oltre 39 milioni.
Stop Aids. Manteniamo le nostre promesse è lo slogan scelto per la giornata mondiale contro l’Aids, che quest’anno mette l’accento sulla necessità di una leadership. «Dallo scoppio della malattia, l’esperienza dimostra chiaramente che importanti passi in avanti in risposta all’Aids sono stati compiuti sotto gli auspici di una leadership forte e impegnata», ha sottolineato la World Aids Campaign (Wac), il cui comitato direttivo definisce i temi della Giornata mondiale di lotta contro l’Aids. Quest’anno nel mondo, in totale 2,5 milioni di persone - tra cui 420mila bambini con meno di 15 anni - sono stati contagiati dal virus dell’Aids e 2,1 milioni di malati - tra cui 330mila con meno di 15 anni - sono morti di Aids, secondo l’UnAids. L’agenzia dell’Onu sottolinea che i nuovi calcoli, che rivedono le stime al ribasso, non cambiano niente di fronte alla necessità di un’azione immediata e di maggiori finanziamenti.
L’Aids, sindrome da immunodeficienza acquisita (Acquired Immune Deficiency Syndrome o Aids), ha ucciso più di 25 milioni di persone dalla sua apparizione nel 1981. La malattia è molto presente nell’Africa sub-sahariana, dove colpisce maggiormente le donne. In quest’area si contano due terzi dei nuovi casi di contagio, anche se il loro numero è calato a 1,7 milioni contro i 2,2 milioni del 2001. Qui più di 22 milioni di persone convivono con l’Aids, circa il 61% di adulti infettati sono donne.
L’UnAids ha rilevato nel suo recente rapporto che la maggior parte delle infezioni di Aids sulle giovani donne è diminuita in 11 dei 15 paesi al mondo più colpiti. Ci sono stati inoltre dei «cambiamenti favorevoli» nei comportamenti dei giovani in numerosi paesi africani, tra cui Botswana, Camerun, Ciad, Kenya, Malawi, Togo, Zambia, Zimbabwe), segno dell’efficacia delle campagne di prevenzione. Secondo l’agenzia, il calo negli ultimi due anni della mortalità causata dall’Aids è attribuibile in modo parziale ai progressi fatti per accedere alle cure antiretrovirali.

Tratto da: www.lastampa.it

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